Ambro
2005-12-12 23:09:48 UTC
Ciao, qui vi incollo un'analisi che mi è piaciuta della saga di Harry
Potter. Mi piace l'immagine dei personaggi di HP come di una scacchiera in
cui le pedine prendono posizione che, a volte, possono anche cambiare oppure
è la prospettiva con cui li guardiamo che cambia?
E' davvero azzeccato il paragone che si fa in quest'articolo tra HP e
Shakespeare. Anche lì vi è questa contrapposizione tra bene e male che,
diversamente dalle favole in cui è netta, viene sfumata, per essere simile
forse al mondo reale...
Ed occhio anche al lampo di trionfo di SIlente... citato nell'articolo! Non
metto spoiler tanto non ho affermato in modo esplicito nulla di
compromettente!
Buona lettura!
Che ne pensate?
Ambro
PS. «Il gufo morde!» No scherzo. Scusate per la parentesi filosofica di
quest'articolo! Bye!
tratto da
http://www.fabbricantidiuniversi.it/harrypotter/benemale.htm
Il personaggio di Albus Silente è il simbolo del Bene in Harry Potter.
I Dursley sono esempi di una cattiveria bonaria.
La perfidia del prof. Piton è ormai leggenda e non smette di divertire.
Voldemort è invece l'icona del Male in Harry Potter.
IL BENE, IL MALE E IL NEUTRALE
La copertina dell'edizione italiana di Harry Potter e la Pietra Filosofale
potrebbe riassumere praticamente tutto quello che è la saga del piccolo,
grande
maghetto inglese: una scacchiera su cui si muovono numerosi personaggi ben
delineati, alcuni dei quali giocano dalla parte del Bene, altri dalla parte
del Male. In effetti, l'eterna lotta tra questi due schieramenti è sempre
stata da sfondo a buona parte delle storie fantasy e Sf-fantasy (in questo
genere,
per intenderci, figurano Star Wars e Dune): lungi dall'essere una
semplificazione grossolana della vita, la divisone tra Bene e Male è una
divisione che
esiste anche nel nostro mondo, sebbene non delineata con esattezza. Nelle
opere fantastiche Bene e Male sono divisi col coltello, per ragioni di trama
e anche come significato 'allegorico': si vuole praticamente mostrare al
pubblico che questi due modi di vivere esistono anche ora, sebbene nascosti
e
camuffati. Però, diversamente dalle opere fantasy pure alla Tolkien, in
Harry Potter (adesso qualcuno che ha avuto il coraggio di leggere questo
articolo
storcerà il naso per il confronto insostenibile. Perdonatemi) tale divisione
è molto meno accentuata di quanto si possa pensare, perché spesso e
volentieri
i ruoli vengono stravolti e i cattivi diventano buoni, e viceversa.
Nel primo romanzo ci vengono mostrati tre personaggi subito inseriti in un
contesto negativo: i Dursley, la famiglia adottiva di Harry. Lo zio Vernon,
la
zia Petunia e il cugino Dudley trovano ogni buona occasione per dare
fastidio al povero Harry, bistrattandolo come non mai. Le loro figure sono
pesantemente
negative, anche troppo, ma questo espediente è stato usato dalla Rowling per
utilizzare i Dursley più che altro come figure comiche: in effetti il loro
comportamento finisce il più delle volte per creare straordinarie gag nel
confronto tra il mondo 'normale' e quello della magia. I Dursley non sono
stati
creati solo per essere odiati, ma anche e soprattutto per mostrare il
confronto diretto tra questi due mondi in modo volontariamente comico.
L'atteggiamento
superiore e sprezzante dei parenti adottivi di Harry è un modo (alquanto
discutibile, è vero) di scaricare la loro invidia: in fin dei conti, ci
ritroviamo
un Vernon benestante ma sempre in lotta con le anormalità, una Petunia
chiusa tra quattro mura domestiche e che sfoga la propria frustrazione con i
pettegolezzi,
e un Dudley obeso da far paura, sempre sull'orlo della bocciatura e un po'
consapevole nel suo subconscio che non sarebbe male assomigliare ad Harry.
Visti
così, viene quasi da compatirli!
Il personaggio del professore di pozioni Severus Piton è sicuramente il
migliore di tutti. Detestato da buona parte del pubblico giovanissimo,
idolatrato
dai fan più 'anziani', è un vero e proprio cattivo da operetta se non per il
fatto che lui non è realmente un servo del Male, anzi! Piton, perfettamente
impersonato anche nel film, sembra il classico modello non solo
dell'Insegnante Da Detestare, con le sue preferenze, i suoi odi personali e
il modo in
cui mette in difficoltà gli alunni che non sopporta, ma anche un ottima
rappresentazione del Male. In realtà, scopriamo che lui, sebbene un tempo
seguace
del cattivo per eccellenza Voldemort, è poi tornato sui suoi passi e
nonostante tutto non sembra aver mai avuto ripensamenti e nemmeno voglia di
tornare
dal suo padrone una volta che questo è risorto (pur consapevole del destino
che lo attende se Voldemort lo trovasse). Piton è un personaggio degno di
un'opera
di Shakespeare: si trova infatti in tutti i romanzi a dover affrontare una
lotta interiore tra il voler danneggiare il più possibile Harry, in memoria
del diabolico scherzo compiuto ai suoi danni dal detestato padre di
quest'ultimo, e il volerlo salvare dalle mire dei seguaci di Voldemort, per
sdebitarsi
da come il padre di Harry lo salvò dalla morte certa. Nonostante tutto,
comunque, i confronti tra Piton ed Harry sono sempre a dir poco
entusiasmanti,
e il comportamento altezzoso del professore di pozioni dà vita a momenti
molto esilaranti (specialmente nel 2° libro, nelle numerose schermaglie con
il
vanesio professor Allock). Certo, a volte il suo modo di fare è esasperante,
e nessuno sicuramente lo vorrebbe mai come insegnante! Tuttavia, Piton è
l'esempio
più lampante di come nelle opere della Rowlling non tutti sono quel che
sembrano.
"Cattivo" per eccellenza rimane comunque Lord Voldemort, nemico principale
di tutta la serie, rimasto un po' in sordina nei primi libri ma che
sicuramente
darà il meglio di se nei seguiti. Nel primo romanzo ci appare solo la sua
faccia, poiché il suo potere è ancora troppo debole per poter avere un
corpo.
Sia nel secondo che nel terzo libro di Voldemort ci sono solo pochi accenni
(sebbene nel secondo vi compaia, pur se non 'dal vivo'). E' solo nel Calice
di Fuoco che il più terribile dei maghi oscuri ritorna al suo antico potere
e si mostra a noi in tutto il suo fulgore. Voldemort è una figura totalmente
negativa, non ha nel suo cuore (ammesso che ne abbia uno) un minimo di
rimorso, uccide più che altro per il piacere di farlo, si attacca
disperatamente
alla vita in ogni modo pur di rimanere il più possibile in questo mondo per
danneggiarlo. Per lui non si prova che odio e terrore. Per il personaggio di
Voldemort, la Rowling pare aver tratto ispirazione dai vecchi cliché dei
romanzi fantasy, creando un cattivo più fisico e meno potente di quello di
Tolkien,
ma comunque all'altezza di impersonare il Nemico per antonomasia della saga.
Totalmente negativi sono anche i seguaci di Voldemort, il professor
Karkaroff, e i 'nemici' di scuola di Harry: Malfoy, Tiger e Goyle. Certo,
questi ultimi
non hanno nulla da spartire con la crudeltà di Voldemort, ma in loro non c'è
niente di positivo. Probabilmente la Rowling ha creato questi personaggi per
rendere più simile la vita di Hogwarts a quella delle nostre scuole agli
occhi del pubblico più giovane. Le figure classiche del professore odioso e
dei
compagni odiosi sono infatti presenti nella saga. Un altro personaggio
scolastico ritratto a tinte negative è Gazza, il custode. Si tratta in
realtà di
una figura estremamente simpatica, con la sua passione per le punizioni, il
suo amore per il gatto Mrs. Purr, le sue idiosincrasie; inoltre, Gazza è
perfettamente
rappresentato anche nel film, dove si mette più in luce il suo aspetto
leggermente sadico. Il suo 'odio' per gli alunni è comunque spiegato dal
fatto che
egli non è un mago, cosa che lo rendo invidioso verso tutti gli aspiranti
maghi della scuola.
Molto controversi sono i personaggi di Peter Minus e Cornelius Caramell.
Peter Minus è protagonista di uno dei maggiori stravolgimenti di trama nel
terzo
libro: egli prima viene descritto come un eroe sacrificatosi per amore dei
Potter, poi si trasforma in un subdolo e odioso traditore, responsabile
dell'uccisione
dei genitori di Harry! La Rowling ci mostra in pieno il carattere viscido di
questo personaggio quando striscia ai piedi di Harry cercando di convincerlo
della sua innocenza. Minus è anche responsabile di una delle migliori azioni
di Harry, il perdono che è capace di concedere all'indiretto assassino dei
suoi genitori! Peter Minus è però un personaggio indegno della minima
compassione, e lo notiamo quando ritorna da Voldemort divenendo il suo nuovo
primo
seguace. Si tratta di un comportamento deplorevole, che dimostra come Minus
abbia rifiutato la sua ultima possibilità di redimersi e rendendo definitiva
la sua caduta al male. Diversamente da questo, Cornelius Caramell non viene
presentato come un personaggio cattivo. Il Ministro della Magia, infatti, ci
appare come un uomo simpatico, ingenuo, un po' confuso e con le sue manie,
spesso incapace di prendere decisioni, ma comunque una brava persona. E'
solo
nel quarto libro, quando rifiuta totalmente di credere nel ritorno di
Voldemort e giunge a insultare Silente, che ci rendiamo conto di cosa sia in
realtà:
non un simpatico ometto che si prende troppo sul serio, ma un burocrate
inetto troppo attaccato al mondo in cui vive e alla poltrona che occupa. La
migliore
descrizione ce la fa lo stesso Harry: ". davanti a lui c'era un piccolo mago
iroso, che si rifiutava categoricamente di accettare l'idea che il suo
comodo
mondo tranquillo potesse venire turbato."
Totalmente contrapposto a Caramell è Silente. Il preside di Hogwarts è
l'incarnazione perfetta dei migliori ideali dell'umanità: è saggio,
disponibile,
si fida ciecamente delle persone a cui ha dato fiducia, sa sempre cosa fare
e come agire in ogni situazione. Inoltre, spesso e volentieri possiede un
grande
humour che lo fanno scendere da quel ruolo quasi divino a un normale essere
umano, o meglio a un normale mago. In realtà, Silente è un punto fermo in
mezzo
all'oceano di confusione degli eventi della saga. Egli infonde una grande
sicurezza sia ai personaggi, sia ai lettori. E' l'unico mago abbastanza
potente,
infatti, da poter spaventare Voldemort. Ma c'è un piccolo particolare
inquietante che traspare dalle ultime pagine del Calice di Fuoco: mentre
Harry spiega
a Silente il metodo usato da Voldemort per risorgere, specificatamente
quando parla del fatto che il mago oscuro sia riuscito a toccarlo senza
farsi male,
notiamo nel preside di Hogwarts: "qualcosa di simile a un lampo di trionfo".
La Rowling, sottoposta a una domanda su questo punto del libro in
un'intervista,
ha usato parole molto enigmatiche. Un colpo di scena prossimo che potrebbe
cambiare tutto? Silente potrebbe non essere proprio quello che crediamo? E'
estremamente improbabile, ma tutte le ipotesi sono aperte.
Sempre parlando di professori, ci sono due personaggi che non sono quel che
sembrano: i docenti di Arti Oscure Raptor (nel primo libro) e Allock (nel
secondo).
Raptor è un personaggio totalmente asservito al male, che sa camuffare bene
la sua crudeltà ma che spesso cede alla disperazione e alla paura di servire
Voldemort. In certi momenti sembra volere abbandonare tutto, ma sa di non
poterlo fare e alla fine, nel confronto con Harry per impossessarsi della
pietra
filosofale, mette in gioco tutta la sua spietatezza e ferocia senza mezzi
termini. Allock invece non ha niente a che fare con Voldemort: in fin dei
conti,
nella trama del secondo romanzo, la scoperta del suo imbroglio finisce per
passare in secondo piano rispetto ai grandi eventi che si stanno per
verificare.
Sembra quasi di leggere uno di quei libri gialli in cui, assieme al vero
colpevole, si scoprono altri rei che si sono macchiati di crimini meno gravi
e
inutili ai fini della trama. Allock è una figura terribilmente comica, la
migliore forse creata fino ad ora della Rowling. E' un personaggio comunque
fondamentale
per alleggerire spesso i toni troppo prematuramente cupi della Camera dei
Segreti. Tra coloro che ci vengono definiti come 'cattivi' abbiamo anche i
Dissennatori:
i guardiani di Azkaban, succhiatori di emozioni, sono usati dal Ministero
della Magia come carcerieri impareggiabili, ma sono anche tra le peggiori
creature
del Male. I loro scopi sono solo superficialmente benigni: essi fanno sì la
guardia ai prigionieri di Azkaban, ma al solo scopo di succhiare loro le
emozioni.
Silente sa bene come i Dissennatori siano pericolosi, al punto che nel
quarto libro cerca di convincere Caramell a licenziarli. In effetti, se i
Dissennatori
si unissero a Voldemort i prigionieri di Azkaban verrebbero liberati e
tornerebbero a servire il Signore Oscuro! I Dissenatori sono però più che
altro
cattivi per necessità: il loro succhiare emozioni sembra più una specie di
istinto naturale come quello degli animali che un modo di servire il male
coscientemente
come Voldemort.
La Rowling ha comunque creato un grande numero di personaggi totalmente
positivi atti a equilibrare le situazioni: Ron e Hermione, in primis. I
compagni
di scuola di Harry, forse un po' troppo sospettosi nei suoi riguardi ma
comunque affezionati. La professoressa McGranitt, seria e di pietra ma
capace a
volte di commuoversi, una professoressa che conosce bene il suo mestiere e
lo svolge con una bravura senza pari. Il buon Hagrid, terribilmente
sepliciotto
ma nel suo piccolo capace di cacciare frasi molto filosofiche e che guida
Harry nel mondo crudo e reale in cui vive. In fin dei conti, la grande
scacchiera
della saga di Harry Potter su cui combattono gli esponenti del bene e del
male in una grande lotta senza esclusione di colpi, non è uno scenario dove
i
due schieramenti sono fissi, ma spesso qualcuno passa dall'altra parte e la
situazione viene completamente stravolta. Non è certo escluso che in futuro
ci aspettino colpi di scena ancora più eclatanti. La Rowling garantisce.
Potter. Mi piace l'immagine dei personaggi di HP come di una scacchiera in
cui le pedine prendono posizione che, a volte, possono anche cambiare oppure
è la prospettiva con cui li guardiamo che cambia?
E' davvero azzeccato il paragone che si fa in quest'articolo tra HP e
Shakespeare. Anche lì vi è questa contrapposizione tra bene e male che,
diversamente dalle favole in cui è netta, viene sfumata, per essere simile
forse al mondo reale...
Ed occhio anche al lampo di trionfo di SIlente... citato nell'articolo! Non
metto spoiler tanto non ho affermato in modo esplicito nulla di
compromettente!
Buona lettura!
Che ne pensate?
Ambro
PS. «Il gufo morde!» No scherzo. Scusate per la parentesi filosofica di
quest'articolo! Bye!
tratto da
http://www.fabbricantidiuniversi.it/harrypotter/benemale.htm
Il personaggio di Albus Silente è il simbolo del Bene in Harry Potter.
I Dursley sono esempi di una cattiveria bonaria.
La perfidia del prof. Piton è ormai leggenda e non smette di divertire.
Voldemort è invece l'icona del Male in Harry Potter.
IL BENE, IL MALE E IL NEUTRALE
La copertina dell'edizione italiana di Harry Potter e la Pietra Filosofale
potrebbe riassumere praticamente tutto quello che è la saga del piccolo,
grande
maghetto inglese: una scacchiera su cui si muovono numerosi personaggi ben
delineati, alcuni dei quali giocano dalla parte del Bene, altri dalla parte
del Male. In effetti, l'eterna lotta tra questi due schieramenti è sempre
stata da sfondo a buona parte delle storie fantasy e Sf-fantasy (in questo
genere,
per intenderci, figurano Star Wars e Dune): lungi dall'essere una
semplificazione grossolana della vita, la divisone tra Bene e Male è una
divisione che
esiste anche nel nostro mondo, sebbene non delineata con esattezza. Nelle
opere fantastiche Bene e Male sono divisi col coltello, per ragioni di trama
e anche come significato 'allegorico': si vuole praticamente mostrare al
pubblico che questi due modi di vivere esistono anche ora, sebbene nascosti
e
camuffati. Però, diversamente dalle opere fantasy pure alla Tolkien, in
Harry Potter (adesso qualcuno che ha avuto il coraggio di leggere questo
articolo
storcerà il naso per il confronto insostenibile. Perdonatemi) tale divisione
è molto meno accentuata di quanto si possa pensare, perché spesso e
volentieri
i ruoli vengono stravolti e i cattivi diventano buoni, e viceversa.
Nel primo romanzo ci vengono mostrati tre personaggi subito inseriti in un
contesto negativo: i Dursley, la famiglia adottiva di Harry. Lo zio Vernon,
la
zia Petunia e il cugino Dudley trovano ogni buona occasione per dare
fastidio al povero Harry, bistrattandolo come non mai. Le loro figure sono
pesantemente
negative, anche troppo, ma questo espediente è stato usato dalla Rowling per
utilizzare i Dursley più che altro come figure comiche: in effetti il loro
comportamento finisce il più delle volte per creare straordinarie gag nel
confronto tra il mondo 'normale' e quello della magia. I Dursley non sono
stati
creati solo per essere odiati, ma anche e soprattutto per mostrare il
confronto diretto tra questi due mondi in modo volontariamente comico.
L'atteggiamento
superiore e sprezzante dei parenti adottivi di Harry è un modo (alquanto
discutibile, è vero) di scaricare la loro invidia: in fin dei conti, ci
ritroviamo
un Vernon benestante ma sempre in lotta con le anormalità, una Petunia
chiusa tra quattro mura domestiche e che sfoga la propria frustrazione con i
pettegolezzi,
e un Dudley obeso da far paura, sempre sull'orlo della bocciatura e un po'
consapevole nel suo subconscio che non sarebbe male assomigliare ad Harry.
Visti
così, viene quasi da compatirli!
Il personaggio del professore di pozioni Severus Piton è sicuramente il
migliore di tutti. Detestato da buona parte del pubblico giovanissimo,
idolatrato
dai fan più 'anziani', è un vero e proprio cattivo da operetta se non per il
fatto che lui non è realmente un servo del Male, anzi! Piton, perfettamente
impersonato anche nel film, sembra il classico modello non solo
dell'Insegnante Da Detestare, con le sue preferenze, i suoi odi personali e
il modo in
cui mette in difficoltà gli alunni che non sopporta, ma anche un ottima
rappresentazione del Male. In realtà, scopriamo che lui, sebbene un tempo
seguace
del cattivo per eccellenza Voldemort, è poi tornato sui suoi passi e
nonostante tutto non sembra aver mai avuto ripensamenti e nemmeno voglia di
tornare
dal suo padrone una volta che questo è risorto (pur consapevole del destino
che lo attende se Voldemort lo trovasse). Piton è un personaggio degno di
un'opera
di Shakespeare: si trova infatti in tutti i romanzi a dover affrontare una
lotta interiore tra il voler danneggiare il più possibile Harry, in memoria
del diabolico scherzo compiuto ai suoi danni dal detestato padre di
quest'ultimo, e il volerlo salvare dalle mire dei seguaci di Voldemort, per
sdebitarsi
da come il padre di Harry lo salvò dalla morte certa. Nonostante tutto,
comunque, i confronti tra Piton ed Harry sono sempre a dir poco
entusiasmanti,
e il comportamento altezzoso del professore di pozioni dà vita a momenti
molto esilaranti (specialmente nel 2° libro, nelle numerose schermaglie con
il
vanesio professor Allock). Certo, a volte il suo modo di fare è esasperante,
e nessuno sicuramente lo vorrebbe mai come insegnante! Tuttavia, Piton è
l'esempio
più lampante di come nelle opere della Rowlling non tutti sono quel che
sembrano.
"Cattivo" per eccellenza rimane comunque Lord Voldemort, nemico principale
di tutta la serie, rimasto un po' in sordina nei primi libri ma che
sicuramente
darà il meglio di se nei seguiti. Nel primo romanzo ci appare solo la sua
faccia, poiché il suo potere è ancora troppo debole per poter avere un
corpo.
Sia nel secondo che nel terzo libro di Voldemort ci sono solo pochi accenni
(sebbene nel secondo vi compaia, pur se non 'dal vivo'). E' solo nel Calice
di Fuoco che il più terribile dei maghi oscuri ritorna al suo antico potere
e si mostra a noi in tutto il suo fulgore. Voldemort è una figura totalmente
negativa, non ha nel suo cuore (ammesso che ne abbia uno) un minimo di
rimorso, uccide più che altro per il piacere di farlo, si attacca
disperatamente
alla vita in ogni modo pur di rimanere il più possibile in questo mondo per
danneggiarlo. Per lui non si prova che odio e terrore. Per il personaggio di
Voldemort, la Rowling pare aver tratto ispirazione dai vecchi cliché dei
romanzi fantasy, creando un cattivo più fisico e meno potente di quello di
Tolkien,
ma comunque all'altezza di impersonare il Nemico per antonomasia della saga.
Totalmente negativi sono anche i seguaci di Voldemort, il professor
Karkaroff, e i 'nemici' di scuola di Harry: Malfoy, Tiger e Goyle. Certo,
questi ultimi
non hanno nulla da spartire con la crudeltà di Voldemort, ma in loro non c'è
niente di positivo. Probabilmente la Rowling ha creato questi personaggi per
rendere più simile la vita di Hogwarts a quella delle nostre scuole agli
occhi del pubblico più giovane. Le figure classiche del professore odioso e
dei
compagni odiosi sono infatti presenti nella saga. Un altro personaggio
scolastico ritratto a tinte negative è Gazza, il custode. Si tratta in
realtà di
una figura estremamente simpatica, con la sua passione per le punizioni, il
suo amore per il gatto Mrs. Purr, le sue idiosincrasie; inoltre, Gazza è
perfettamente
rappresentato anche nel film, dove si mette più in luce il suo aspetto
leggermente sadico. Il suo 'odio' per gli alunni è comunque spiegato dal
fatto che
egli non è un mago, cosa che lo rendo invidioso verso tutti gli aspiranti
maghi della scuola.
Molto controversi sono i personaggi di Peter Minus e Cornelius Caramell.
Peter Minus è protagonista di uno dei maggiori stravolgimenti di trama nel
terzo
libro: egli prima viene descritto come un eroe sacrificatosi per amore dei
Potter, poi si trasforma in un subdolo e odioso traditore, responsabile
dell'uccisione
dei genitori di Harry! La Rowling ci mostra in pieno il carattere viscido di
questo personaggio quando striscia ai piedi di Harry cercando di convincerlo
della sua innocenza. Minus è anche responsabile di una delle migliori azioni
di Harry, il perdono che è capace di concedere all'indiretto assassino dei
suoi genitori! Peter Minus è però un personaggio indegno della minima
compassione, e lo notiamo quando ritorna da Voldemort divenendo il suo nuovo
primo
seguace. Si tratta di un comportamento deplorevole, che dimostra come Minus
abbia rifiutato la sua ultima possibilità di redimersi e rendendo definitiva
la sua caduta al male. Diversamente da questo, Cornelius Caramell non viene
presentato come un personaggio cattivo. Il Ministro della Magia, infatti, ci
appare come un uomo simpatico, ingenuo, un po' confuso e con le sue manie,
spesso incapace di prendere decisioni, ma comunque una brava persona. E'
solo
nel quarto libro, quando rifiuta totalmente di credere nel ritorno di
Voldemort e giunge a insultare Silente, che ci rendiamo conto di cosa sia in
realtà:
non un simpatico ometto che si prende troppo sul serio, ma un burocrate
inetto troppo attaccato al mondo in cui vive e alla poltrona che occupa. La
migliore
descrizione ce la fa lo stesso Harry: ". davanti a lui c'era un piccolo mago
iroso, che si rifiutava categoricamente di accettare l'idea che il suo
comodo
mondo tranquillo potesse venire turbato."
Totalmente contrapposto a Caramell è Silente. Il preside di Hogwarts è
l'incarnazione perfetta dei migliori ideali dell'umanità: è saggio,
disponibile,
si fida ciecamente delle persone a cui ha dato fiducia, sa sempre cosa fare
e come agire in ogni situazione. Inoltre, spesso e volentieri possiede un
grande
humour che lo fanno scendere da quel ruolo quasi divino a un normale essere
umano, o meglio a un normale mago. In realtà, Silente è un punto fermo in
mezzo
all'oceano di confusione degli eventi della saga. Egli infonde una grande
sicurezza sia ai personaggi, sia ai lettori. E' l'unico mago abbastanza
potente,
infatti, da poter spaventare Voldemort. Ma c'è un piccolo particolare
inquietante che traspare dalle ultime pagine del Calice di Fuoco: mentre
Harry spiega
a Silente il metodo usato da Voldemort per risorgere, specificatamente
quando parla del fatto che il mago oscuro sia riuscito a toccarlo senza
farsi male,
notiamo nel preside di Hogwarts: "qualcosa di simile a un lampo di trionfo".
La Rowling, sottoposta a una domanda su questo punto del libro in
un'intervista,
ha usato parole molto enigmatiche. Un colpo di scena prossimo che potrebbe
cambiare tutto? Silente potrebbe non essere proprio quello che crediamo? E'
estremamente improbabile, ma tutte le ipotesi sono aperte.
Sempre parlando di professori, ci sono due personaggi che non sono quel che
sembrano: i docenti di Arti Oscure Raptor (nel primo libro) e Allock (nel
secondo).
Raptor è un personaggio totalmente asservito al male, che sa camuffare bene
la sua crudeltà ma che spesso cede alla disperazione e alla paura di servire
Voldemort. In certi momenti sembra volere abbandonare tutto, ma sa di non
poterlo fare e alla fine, nel confronto con Harry per impossessarsi della
pietra
filosofale, mette in gioco tutta la sua spietatezza e ferocia senza mezzi
termini. Allock invece non ha niente a che fare con Voldemort: in fin dei
conti,
nella trama del secondo romanzo, la scoperta del suo imbroglio finisce per
passare in secondo piano rispetto ai grandi eventi che si stanno per
verificare.
Sembra quasi di leggere uno di quei libri gialli in cui, assieme al vero
colpevole, si scoprono altri rei che si sono macchiati di crimini meno gravi
e
inutili ai fini della trama. Allock è una figura terribilmente comica, la
migliore forse creata fino ad ora della Rowling. E' un personaggio comunque
fondamentale
per alleggerire spesso i toni troppo prematuramente cupi della Camera dei
Segreti. Tra coloro che ci vengono definiti come 'cattivi' abbiamo anche i
Dissennatori:
i guardiani di Azkaban, succhiatori di emozioni, sono usati dal Ministero
della Magia come carcerieri impareggiabili, ma sono anche tra le peggiori
creature
del Male. I loro scopi sono solo superficialmente benigni: essi fanno sì la
guardia ai prigionieri di Azkaban, ma al solo scopo di succhiare loro le
emozioni.
Silente sa bene come i Dissennatori siano pericolosi, al punto che nel
quarto libro cerca di convincere Caramell a licenziarli. In effetti, se i
Dissennatori
si unissero a Voldemort i prigionieri di Azkaban verrebbero liberati e
tornerebbero a servire il Signore Oscuro! I Dissenatori sono però più che
altro
cattivi per necessità: il loro succhiare emozioni sembra più una specie di
istinto naturale come quello degli animali che un modo di servire il male
coscientemente
come Voldemort.
La Rowling ha comunque creato un grande numero di personaggi totalmente
positivi atti a equilibrare le situazioni: Ron e Hermione, in primis. I
compagni
di scuola di Harry, forse un po' troppo sospettosi nei suoi riguardi ma
comunque affezionati. La professoressa McGranitt, seria e di pietra ma
capace a
volte di commuoversi, una professoressa che conosce bene il suo mestiere e
lo svolge con una bravura senza pari. Il buon Hagrid, terribilmente
sepliciotto
ma nel suo piccolo capace di cacciare frasi molto filosofiche e che guida
Harry nel mondo crudo e reale in cui vive. In fin dei conti, la grande
scacchiera
della saga di Harry Potter su cui combattono gli esponenti del bene e del
male in una grande lotta senza esclusione di colpi, non è uno scenario dove
i
due schieramenti sono fissi, ma spesso qualcuno passa dall'altra parte e la
situazione viene completamente stravolta. Non è certo escluso che in futuro
ci aspettino colpi di scena ancora più eclatanti. La Rowling garantisce.